parco valle lambro
Castelli e antiche dimore

Castelli e antiche dimore

Il castello di Monguzzo
Il Castello di Monguzzo si trova a metà strada tra Como e Lecco e domina buona parte dell’alta Brianza dalla sua posizione strategica sulla sommità di un colle. Le sue origini sembrano risalire al tempo di Berengario, re d’Italia nel X secolo. Tuttavia il suo più noto inquilino è stato Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, che ne fece la propria base operativa durante l’occupazione della Brianza. Proprio a Monguzzo si svolse infatti la prima parte della guerra tra Gian Giacomo Medici e Francesco II Sforza.
Il castello è stato ricostruito quasi interamente all’inizio del Novecento con l’intento di mantenere intatto il fascino e i richiami medievali di questo luogo dal passato epico e avventuroso. Attualmente l’edificio è di proprietà dell'Opera Fatebenefratelli.

Villa Taverna – Canonica
I boschi, il Lambro, i parchi e i giardini di alcune dimore aristocratiche fanno di Canonica e dintorni un suggestivo polo paesaggistico. La via principale e gli edifici convergono su Villa Taverna, un bell’esempio di architettura civile costruita su un fortilizio cinquecentesco dal conte Francesco Taverna, gran cancelliere del ducato di Milano dal 1532 al 1552. Si narra che qui abbia trovato rifugio Giampaolo Osio, l'amante della monaca di Monza, noto come Egidio nei racconti del Manzoni.
La villa vanta un bel giardino all'italiana, notevoli sale a volta e un monumentale scalone. Al suo fianco si erge la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve, edificata nel XVII secolo e recentemente restaurata sia internamente che esternamente, mentre di fronte svetta l’oratorio barocco di Sant’Eurosia (1735).

Palazzo Carpani Beauharnais – Pusiano
Il palazzo, culla della famiglia dei marchesi Carpani, deve il suo secondo nome al figliastro di Napoleone, Eugenio Beauharnais, che l’ebbe in appannaggio tra il 1805 e il 1814, quando era Viceré d’Italia. Lo stesso acquistò ed utilizzò l’alpe sovrastante Erba, che da lui prese il nome di “Alpe del Vicerè”, come stazione di ristoro per i propri cavalli.
L’edificio ospitò anche l’Arciduca Ferdinando d’Asburgo e fu scelta come dimora estiva dei vicerè austriaci per la sua posizione amena sulle rive del lago. Il corpo centrale, di cui restano due soffitti lignei dipinti nel 1521, ha uno scalone imponente che aggiunge sontuosità al palazzo. Trasformato nel 1930 in seminario dai Padri Rosminiani, è oggi sede di un istituto scolastico pubblico.

Villa Mellerio - Lesmo e Villa Visconti - Macherio
A Gerno svetta, in posizione panoramica sulla valle del Lambro, la Villa Mellerio “Il Gernetto”, un imponente complesso tardo neo-classico fatto costruire prima del 1815 dal vice presidente del governo Lombardo-Veneto, il conte Giacomo Mellerio.
Si compone di numerosi corpi di fabbrica con ampi cortili, sui quali spicca la torre belvedere. Il giardino terrazzato è uno dei migliori esempi di giardino all’italiana sia per il disegno che per la varietà delle piante. La cappella ospita bassorilievi funebri scolpiti dal Canova. Poco lontano, a Macherio, si trova Villa Visconti “Il Belvedere”, realizzata nel 1907 sui resti di un casino da caccia già appartenente ai Visconti di Modrone. La villa, posta sulla sommità di una collinetta, è immersa in un parco all’inglese di grande effetto scenografico.

Villa Crivelli - Inverigo
Inverigo vanta tre dei più importanti monumenti della Brianza: Villa Crivelli, Villa Cagnola e Villa Sormani alla Pomelasca.
La prima è stata costruita inglobando i resti di un castello cinquecentesco e mostra ancora oggi la torre, il corpo di guardia e le antiche carceri accanto a un’ala più moderna costruita nel 1814 su disegno dell’architetto Pollack.
I giardini, ideati con particolare sensibilità scenografica, nel Settecento sono stati decorati con statue in pietra arenaria. Spettacolare è il famoso “viale dei Cipressi”, che con i suoi 2 kmè il più lungo di tutta la Brianza.
Commissionato dal marchese Giovanni Battista Crivelli nel 1644 per collegare la villa al santuario di S. M. della Noce, è stato poi prolungato verso la cascina Navello e nel secolo successivo verso Villa Cagnola.

Villa Sacro Cuore - Tregasio (Triuggio)
Dal 1984 è la casa di Spiritualità della Diocesi di Milano, ma in origine la Villa Sacro Cuore di Tregasio era una proprietà campestre della famiglia Morigia. Nel 1546 fu donata alla Congregazione dei Barnabiti, di cui Anton Giacomo Morigia era stato uno dei fondatori. Con Napoleone, agli inizi dell’Ottocento la villa divenne proprietà demaniale. Acquistata dall’ingegner Susani, fu utilizzata per l’allevamento dei bachi da seta e come filanda. I Gesuiti, divenuti proprietari nel 1917, la restaurarono aggiungendo due ali laterali. La villa prende il nome dalla statua del Sacro Cuore alta quasi 5 metri postasulla torretta dell’edificio nel 1922. Nella quiete delle sue stanze hanno trascorso giornate di preghiera e di studio, tra gli altri, San Carlo Borromeo e Sant’Alessandro Sauli.

La Rotonda e Villa Sormani alla Pomelasca
Villa Cagnola, detta “La Rotonda”, è stata costruita all’inizio dell’Ottocento su progetto di Luigi Cagnola. Il monumentale edificio, sormontato da una cupola da cui si domina tutta la Valle del Lambro, è un tripudio di richiami classici: il pantheon romano, i propilei greci, elementi rinascimentali e palladiani. L’elemento più originale è la loggia dei Giganti, sulla facciata sud, sostenuta da sei “telamoni”, scolpiti da Pompeo Marchesi nell’atto di sorreggere il piano terrazzato superiore.
Il complesso di Villa Sormani alla Pomelasca è inserito invece in un contesto di raro equilibrio tra natura coltivata e opere dell’uomo. Proprietà dei conti Sormani di Missaglia, la villa è stata costruita nell’Ottocento su progetto di Carlo Amati, l’architetto che completò la facciata del Duomo di Milano.

Casa Museo Parini - Bosisio Parini
Nel centro storico di Bosisio Parini si trova la casa natale di Giuseppe Parini. Qui il celebre poeta, librettista e traduttore, nacque il 23 maggio del 1729 e visse fino all’età di dieci anni, quando si trasferì a Milano, dove completò gli studi e divenne uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo e Illuminismo italiano. L’abitazione è stata adibita a museo nel 1961, al termine di un restauro. In occasione del bicentenario della morte del poeta (1999) il museo è stato completamente rinnovato. Oggi le stanze contengono arredi e utensili domestici del Settecento e offrono al visitatore una testimonianza di come si viveva a quei tempi. Completano l’allestimento pannelli che illustrano con parole e immagini la vita della famiglia Parini.